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07 agosto 2017

Una serata per la Pieve

Rassegna: Vivi e ascolta la montagna

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Note storico illustrative sull'Antica Pieve di San Pietro di Roffeno

Dal punto di vista religioso è una delle Pievi più celebri e antiche che si incontrano nella diocesi di Bologna.

Indicazioni serie fanno pensare che già nel VII secolo qui sorgesse una chiesa sussidiale della Cattedrale di Bologna e primo centro diffusore della cristianità in mezzo alle popolazioni della vallata. Tra le indicazioni storiche tangibili e più persuasive troviamo la lapide murata all'esterno
sull'abside della chiesa stessa oltre al fonte battesimale.

Su queste testimonianze comunque abbiamo alcuni pareri discordi di storici quali il Calindri secondo cui la lapide datata 1150 sarebbe un falso e dovrebbe essere di epoca rinascimentale , sia per la struttura dell'epigrafia e per la frase latina che fa pensare ad un distico di sapore classicheggiante e quindi collocabile in un periodo successivo al secolo XV.

La Lapide ricorda che la Chiesa fu ricostruita dalle fondamenta nel 1155 (su una chiesa preesistente) e dedicata alla Beata Vergine, e ai Santi Pietro e Giovanni , intitolazione tipica delle pievi medievali, protettori e decoro del tempio - ornant aedem - e amorosi protettori del popolo- salvant sedulo plebem -(come cita la lapide). Questa descrizione è analoga a quella che si trova nella chiesa plebana di Sala Bolognese datata anno 1096.
Di certo sappiamo che nell'anno 1183 Papa Lucio III la designò collegiata e plebana e contava alle sue dipendenze ben 12 parrocchie.

L'Abside è stata definita una delle più belle absidi romaniche della nostra diocesi.
Fu costruita nell'anno 1155 dai Maestri Comacini , provenienti dalla Toscana e non dalla pianura Lombarda , come a sigla di autenticità , viene dimostrato dal giglio fiorentino scolpito in un concio di arenaria nel fianco occidentale della stessa abside.

Di grande rilievo artistico anche la monofora centrale a doppia strombatura , esterna e interna, con finissimi decori a rilievo in stile bizantino.

Passando all'interno della chiesa troviamo il Fonte Battesimale che è sicuramente il gioiello della Chiesa.
Si presenta di foggia longobarda ,del secolo VII , e apparteneva sicuramente alla chiesa preesistente al 1155. Il catino in arenaria è decorato da una corona di delfini che si tengono per la coda di chiaro valore simbolico . Il Battesimo infatti è il sacramento che lega fra loro i Cristiani con un vincolo di consanguineità spirituale a Cristo Salvatore che la simbologia paleocristiana raffigurava nel delfino , il pesce indicato dalla mitologia greca come amico e salvatore dei naufraghi.
Anche sulla data del fonte battesimale abbiamo due posizioni contrastanti ; una lo colloca in epoca sicuramente longobarda - VII secolo - facendo risalire anche la chiesa a questa epoca, mente altri lo datano intorno ai secoli XI/XII , facendo quindi risalire anche la Pieve a questo periodo.
Anche per la sua funzione abbiamo versioni discordanti : attualmente è adibito a fonte battesimale , una funzione che però non dovette essere quella originaria , in quanto nelle epoche in cui viene datato il battesimo questo avveniva per immersione in vasche , per cui una recente ipotesi lo ricondurrebbe ad un catino per le offerte con funzione simile a quella ipotizzata per il cosiddetto Catino di Pilato presente all'interno del complesso di Santo Stefano a Bologna.

Di bella fattura anche l'Acquasantiera in sasso eseguita a scalpello , forse coeva alla ricostruzione del 1155.

Nota storica importante è questa: la presenza all'interno della stessa chiesa di una vasca battesimale di stile longobardo e di decorazioni in stile bizantino sui piedritti della monofora centrale dell'abside testimoniano come in questi luoghi sia avvenuto l'incontro etnico di due culture e due civiltà, quella longobarda della pianura Padana e quella bizantina dell'Esarcato di Ravenna .
Testimonianza davvero rara all'interno di una chiesa della montagna bolognese.

 

L'interno della chiesa

Conserva la stessa planimetria della chiesa d'origine.
Da un piano rialzato si scende con ampi gradini al piano delle navate ricoperto alla fine del 1800 da un bel pavimento di stile veneziano.
Benché varie vicende abbiano apportato modifiche all'interno della chiesa , questa mantiene intatto il suo stile austero e semplice; sull'intonaco murale appaiono alcune tempere e di particolare bellezza quella raffigurante la Madonna di Loreto su un pilastro della navata centrale.
Nelle ancone barocche degli altari laterali sono presenti tele di scuola toscana e bolognese.
La Crocifissione è di scuola Toscana secolo XV e la tela sul fonte battesimale raffigurante san Rocco, e Sant'Antonio da Padova , San Pancrazio e San Sebastiano viene attribuita alla scuola del Guercino.

Il presbiterio presenta affreschi del 1600. Quello del catino absidale è stato restaurato nel 1974 a cura della competente Soprintendenza , e porta l'immagine di San Pietro.

Vi sono anche decorazioni neoclassiche aggiunte nel 1878. Le due colonne di stile corinzio fanno pensare ai Maestri Comacini ; le due cappelle laterali , anticamente tramite arcate erano aperte direttamente sulla cappella Absidale.
L'altare in pietra di Montovolo fu eseguito nel 1962 su progetto dell'Arch. Rivani con colonne e capitelli romanici che rimandano allo stile originario della chiesa.

Presso l'antica chiesa sorgeva nell'alto Medioevo il Borgo fortificato da mura detto Roffeno, perchè costruito e dominato dalla famiglia dei Roffeni, provenienti dal Frignano, che dipendevano in queste terre dalla Signoria di Matilde di Canossa . Dopo i Roffeni su queste terre troviamo i "Conti di Bologna" che ebbero un lungo dominio con una guarnigione militare permanente , essendo zona di confine fra i loro possedimenti e quelli degli Estensi.
L'importanza strategica del Borgo, si univa a quella politica , economica, e religiosa; era anche sede di famose fiere e mercati che si trasferiranno in seguito a Vergato divenuta dopo sede dei Capitani della Montagna.

Il Borgo subì varie traversie ,e distruzioni belliche per l'ammutinamento degli abitanti a favore dei Modenesi; l'immane incendio del 1602 ne distrusse quasi completamente tutte le case, la grande peste del 1630 portarono il Borgo alla completa rovina fino a farne perdere le tracce topografiche.
Forse è identificabile con le borgatelle dette "Cà Nova " e "Casa Masina" vicine alla Chiesa Madre, la quale si salvò dalla rovina perchè, anche se non lontana, era fuori però dalla cinta muraria.

Intorno alla Chiesa possiamo vedere i resti dell'antico Chiostro - secolo XV - con stilate in legno e le vecchie scale di sasso che conducevano alla canonica e la torre di guardia , un tempo merlata.

Roffeno rimase comunque comunità a se stante e capoluogo fino al 1643 avendo alle sue dipendenza : Casigno - Musiolo - (oggi Rocca di Roffeno)- Cereglio - Susano - Prunarolo. Distrutta ogni fortificazione e cassato il ruolo di avamposto militare e politico anche l'importanza civile del paese decadde e il suo territorio venne spartito fra Vergato e Castel d'Aiano

 

Le belle campane della Pieve

Le campane che vediamo oggi alla Pieve furono fuse dalla Ditta Brighenti nel 1889, e rimasero per un po' di tempo a ricovero in un angolo della Chiesa, dopo essere state collocate fino al 1968 in un ricovero ligneo, divenuto poi fatiscente, quindi demolito per ragioni cautelative.
Si narra che quando nel 1889 le campane nuove giunsero alla Pieve su un carro tirato da due buoi e paludato a festa il tripudio della folla fu enorme tanto da far definire quella festa la più bella del secolo.
Prima del 1889 vi erano comunque alla Pieve delle campane: tre campanelle dei primi del '600 collocate in un campanile della stessa epoca eretto di fianco all'abside e dotato anche dell'orologio per scandire le ore.
Ma con l'arrivo delle nuove campane questo non bastava a contenerle e anche impoverito dall'abbandono venne demolito nell'anno 1910.

Il nuovo campanile costruito con le offerte dei Parrocchiani è del 1977 e costruito in conci calcarei di "sponga".
Delle tre precedenti campanelle 2 furono fuse nel bronzo delle nuove grandi campane , mentre la terza venne collocata, dove ancora oggi la vediamo, nel piccolo campanile a vela sul tetto della chiesa.